giovedì 15 novembre 2012

Albe Steiner e il declino dell'impero culturale dei post-comunisti



In questi giorni si è consumato un orrendo delitto. E' stato definitivamente uccisa la superiorità culturale della cultura antifascista italiana. E questo delitto si è palesato con l'ultima caduta nel cattivo gusto, il fotoSmontaggio dedicato a i 5 candidati alle primarie del centrosinistra.
Ho scelto due immagini per sintetizzare quello che idealmente è il punto più alto della comunicazione visiva della tradizione comunista italiana, due capolavori di Albe Steiner.



E poi l'immagine tristemente nota in questi giorni, il fotomontaggio squinternato realizzato da i creativi-arrangioni responsabili della comunicazione del PD. 

Potrei tranquillamente fermarmi qui, chi ha un minimo di senso estetico o un briciolo di sale in zucca, capirebbe dalle immagini, che si è consumato un abominio estetico, culturale, semantico di dimensioni epocali. Ma purtroppo sembra non essere così, sono circondato da persone che sembrano non rendersi conto dei significati di questa decadenza. A parte il mondo della rete, e soprattutto twitter, che ha giustamente stigmatizzato, soprattutto deridendo i creativi, alla maggior parte è sembrata una cosa normale. 
Quello che a mio parere invece rappresentano queste due tipologie di comunicazione visiva, è una visione contrapposta della comunicazione politica/sociale.
Con Albe Steiner, c'era l'idea dei grandi intellettuali di tutte le discipline, che appoggiando l'ideale/partito, utilizzavano la loro arte, come guide per innalzare maieuticamente, partito e seguaci ad un livello più alto, ad una maggiore consapevolezza, in questo caso anche estetica. C'era l'dea che il meglio andasse ricercato per rendere la società migliore attraverso il miglioramento dell'individuo. 
Con il fotosmontaggio di questi giorni, siamo all'opposto il messaggio/partito, non si eleva, non guida, ma asseconda i pruriti più beceri del gusto nazional-popolare. Alla ricerca di consenso, consenso, consenso, fine a se stesso, perdendo la consapevolezza che una volta raggiunto quel consenso, ricercato per imporre la propria visione alternativa a quella degli avversari politici, lo si raggiungere avendo però assimilato le loro modalità, facendo venire così a mancare i presupposti per questa diversità. Qualcuno obietterà che la diversità ricercata è soprattutto politica, ma quando c'è affinità culturale c'è affinità anche  politica. E lo dimostrano tutti i tentativi di politici di tutti gli schieramenti di apparire diversi gli uni dagli altri.
Qualcuno potrebbe anche derubricare lo sfortunato fotosmontaggio ad un banale incidente di percorso, un errore di qualche inesperto neolaureato in scienze della comunicazione. Personalmente ci vedo un disegno, c'è continuità tra quell'e(o)rrore e le strategie di comunicazione del nuovo centro sinistra. Ma soprattutto c'è un abisso tra il rigore formale e ideologico di Steiner, e questo sconclusionato messaggio di stampo fumettistico cinematografico. 


Parole tra le note


l'officina di Babbo Natale


Carpi gioca


A prova di terremoto



aspettando Halloween


Halloween c'è